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Mymouné: una favola libanese

"Sulla lunga terrazza ombreggiata da un gelso centenario, Youmna abbraccia i pendii vertiginosi della valle che scende verso il mare. "Questa terra dà i frutti più belli del mondo; gente dura anche, un po' come io e mia sorella».

Perché ci voleva audacia e combattività a Youmna e Layla Maalouf, entrambe del piccolo villaggio di Aen el Qabou arroccato ai piedi dell'imponente monte Sannine al centro del Monte Libano.

Ignare delle tradizioni culinarie del villaggio, nel 1989 queste notabili mogli accettarono la sfida di far rivivere nelle montagne libanesi la millenaria tradizione delle “Moune” o riserve alimentari destinate ai lunghi mesi invernali.

Da allora le ricette della nonna sono state riportate in vita e sono stati portati alla luce vecchi utensili. Tutto il paese si mobilita nelle stagioni attorno ai calderoni dove si susseguono le varie preparazioni: a maggio l'acqua e lo sciroppo di rose, a giugno è il turno delle albicocche poi seguono a settembre i fichi secchi e infine i melograni che noi si trasformerà in melassa… E ad Aen el Qabou, il villaggio del Monte Libano che ha ispirato Amin Maalouf, i due cugini dello scrittore compongono con frutti, barattoli e un pizzico di passione, una favola moderna e libanese.

Se la notorietà della gamma Mymouné è ormai riconosciuta (i suoi prodotti sono ormai presenti sugli scaffali delle più prestigiose gastronomie di New York, Parigi o Kuwait City…), è grazie all'intransigenza di Youmna e Leila sulla qualità dei loro prodotti: 100% naturali senza additivi, coloranti o conservanti. Un modello da seguire in raffinatezza, rispetto delle tradizioni, sviluppo rurale sostenibile e attaccamento alla terra.